Home

Chi siamo

Spettacoli

Laboratori

Follie

La nave di Penelope

Pagine bianche

Rassegne e festival

Appuntamenti

Contatti

Amici

 

 

Festina Lente Teatro e Assessorato alla Cultura del Comune di Fidenza
hanno presentato

Centro Giovanile (ex macello)
19 gennaio 2001 - ore 21

Francesca Bettini e Gyula Molnar
GAGARIN
Con Gyula Molnar
Regia Francesca Bettini

"Vista da quassù la terra è gialla come un hula-hop".
Yuri Gagarin fu il primo uomo a volare nello spazio. Il 12 aprile 1961 a bordo della navicella sovietica Vostok 1 divenne per tutti l'astronauta dal largo sorriso in grado di suscitare nella gente sogni e speranze. Ma dove finisce il reale e dove inizia la leggenda? Gyula Molnàr, geniale attore ungherese, offre un assolo raffinato ed evocativo a metà tra teatro minimalista e teatro di figura attraverso gli stilemi essenziali di un saggio ginnico. Una galleria di personaggi per un giallo intricato ed esilarante che si trasforma in uno spettacolo delicato e denso, ricco di umanità ed emozione. Un monologo poetico ed umoristico che mette in scena, trasfigurandole, le possibili e impossibili varianti sulla sorte di Gagarin: la prova che è possibile avere i piedi per terra e la testa tra le stelle. Là dove realtà e finzione si confondono, tutto è provvisorio, evanescente e fragile: proprio allora il gioco spericolato della fantasia diventa più sicuro e ardito.


Centro Giovanile (ex macello)
26 gennaio 2001 - ore 21

L'impasto (comunità teatrale nomade)
PADANIA INFELIX
Coreografie formazione al canto e al movimento Michela Lucenti
Testi, canti e regia Alessandro Berti
Con Alessandro Berti, Davide Doro, Michela Lucenti, Francesco Montanari

Le radici della pianura padana, archetipi sghembi di una stereotipata realtà provinciale, riemergono forti in un ironico e divertito album di famiglia che porta in scena un'Emilia ora contadina ora industrializzata, massificata e borghese, ricca e soddisfatta, consenziente e narcotica. Uno spettacolo di cabaret cantato, danzato e parlato dove il dialetto "reggiano" cadenzato è il leit-motive narrante, mentre l'immaginario si dipana lungo il paesaggio segnato da un nastro d'asfalto, la via Emilia. Appaiono storie di generazioni differenti a confronto, volti, voci e gesti, personaggi un po' reali e un po' inventati: fratelli adolescenti, eredi riluttanti di imperi alimentari in rovina. Figli defraudati delle loro vocazioni artistiche da ruvide famiglie contadine in via d'estinzione.
Come ci sono le giovani coppie lavoratrici imprigionate in modelli famigliari di vita, ereditati dalle esperienze anni '60 dei loro genitori, condannate ad una disfatta comunicativa costante. Tutti orfani "infelices" di luoghi poetici, privi di dialoghi interiori, in cerca ciascuno della propria irripetibile individualità.


Centro Giovanile (ex macello)
9 febbraio 2001 - ore 21

Festina Lente Teatro
LA VITA BREVE
Scritto da Mario Fontanini ed Erica Mastrociani
Con Antonella Buratti, Andreina Garella, Daniela Stecconi
Scene e luci Mario Fontanini
Regia Andreina Garella

Implacabile tempo. Trasformazioni esterne. Stratificazioni interiori.
"Sono prati che crollano, i vecchi, senza fare rumore. Bruciano anni d'intensi sacrifici in una carta di caramella. Le loro opere non saranno più vendute, sono state tanti gregari inutili del pensiero". Parole intense appena sussurrate e frasi inquietanti a tratti arcane tessono uno spettacolo lucido e surreale: ora duro ed esplicito, ora soltanto suggerito. Un viaggio poetico all'interno della vecchiaia: quella "vita breve" condizione particolare da riscoprire come privilegio con la consapevolezza di mettere a frutto, soggettivamente, "quel tempo che non ci dà il tempo di rimanere". In scena due personaggi femminili - una giovane e una non più giovane, una leggera e una più greve, una viandante e una guida, una malata e una sana, una "pianta" e l'altra "giardiniere" - sono filtrate dalle osservazioni di una passante, che funge da narratrice e da "meccanico" di scena. Uno spettacolo per riflettere sulla vecchiaia, intesa come una possibile "rinascita": un fuori programma inevitabile per sprazzi di limpida verità.


Centro Giovanile (ex macello)
16 febbraio 2001 - ore 21

Armamaxa e TIB Teatro
HRUODLANDUS
Liberamente ispirato a "Orlando Furioso" di Ludovico Ariosto
raccontato da Italo Calvino
Di e con Enrico Messina e Alberto Nicolino

Racconti d'arme e d'amori. Due cantastorie in scena, senza cetra o lira, che lasciano raccontare il corpo. Uno scacciapensieri e una tromba. E tante storie "a ring composition" per molti cavalieri reinventati che affascinano e incatenano, divertono e commuovono, mentre le loro gesta si intersecano. Orlando di Chiaromonte e la sua furia. Il senno perduto. Angelica e Medoro. Re Carlo contro re Agramante. Isabella suicida. Il palazzo incantato dal quale nessuno riesce ad uscire. E due eserciti: i paladini di bianco vestiti da una parte e i "Mori" tutti neri dall'altra, che danno vita a battaglie e duelli. Tutto sorretto da una partitura narrativa, punteggiata da continue onomatopee, dal ritmo serrato, esilarante e avvolgente. Guizzi di folgorante umorismo e fabulazione. Gli attori in scena animano il racconto avvalendosi di una tecnica orale raffinata, carpita ai "griot bambarà" - ultimi cantastorie dell'Africa che portano di villaggio in villaggio le imprese di antichi imperatori - e arricchita attraverso lo studio della tradizione dei "cuntisti siciliani", che espongono su un telo vicende storiche o letterarie descritte per scene e simboli.


Centro Giovanile (ex macello)
2 marzo 2001 ore 21
(Trampolino e Quelle Histoire: "estratti" nella stessa serata)

Bianca Papafava
TRAMPOLINO
Di e con Bianca Papafava

"In bilico/salto finalmente in mezzo alla vita". Giardino botanico, "hortus conclusus", piscina, laboratorio, Trampolino è un campo di mele, dove memorie di sogni, immagini e aspettative si scontrano con l'esperienza del reale. Danza e azioni, oggetti e percezioni, vibrazioni, sorprese, pericoli, storie, storie d'amore; Trampolino come "esordio", come "slancio", come "superamento di un limite" per ricadere volteggiando e riemergere in superficie. Un assolo metaforico e criptico di rara intensità.



Clelia Moretti, Bianca Papafava e Anna Redi
QUELLE HISTOIRE: "Estratti"
Di e Con Clelia Moretti e Bianca Papafava

Raccontare una storia:quale storia?
Estratti come tasselli di una storia che si rivela a poco a poco, libera il finale aperto in una domanda sospesa e si ricompone attraverso una trama intessuta di parole, pastiche di lingue, gesti e movimenti. Joli, Jolin e Jolotte, due sorelle e una sorellastra, vivono in un castello incantato dove si respirano, si amano, si odiano.
In scena manca Jolotte: un'assenza il cui silenzio ne evoca la presenza. Come specchi riflessi si svelano, allora, le due sorelle più grandi. Due donne in bilico, là dove il confine "tagliente" tra reale e immaginifico, truce e comico, dolore e riso, è sottile. Talvolta impercettibile. (Chi sono Joli e Jolin? Forse due streghe o due fate che conducono lo spettatore in una dimensione onirica e grottesca) tra balli e giochi dal sapore settecentesco, tra fiabe e memorie, tempo dei balocchi e istinti atavici per esplorare con leggerezza e ironia sensibilità e tematiche femminili.

 

Indietro

 

Festina Lente Teatro - Fraz. Paroletta 110, 43012 Fontanellato (PR ) info@festinalenteteatro.it