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Voci Invisibili

scritto da Elide La Vecchia, Fanny Loayza, Chiara Mignani
con Bruna Albertelli, Rossella Angilella, Leyla Akgul, Rosanna Costantini, Monica Gareis, Alida Guatri, L udmilla Latcovschi, Elide La Vecchia, Fanny Loayza, Eugenia Marè, Patrizia Maneschi, Enrica Malori, Eugenia Michel, Natalia Nicolaev, Maria Teresa Portesani, Enea Stavum, Rosalyn Tacad
ambientazione Mario Fontanini
regia Andreina Garella

Il teatro è il grande luogo dove si può restare svegli e ripensare tutti i propri ricordi a uno a uno.

Il tuo lupo sarà diventato un altro lupo, tua sorella una sorella diversa, la tua battaglia altre battaglie, il teatro in cui si scambia la memoria a ogni solstizio e a ogni equinozio.

Essere migranti è vivere in due universi, quello in cui si è immersi, ma anche quello che si è abbandonato, definitivamente o temporaneamente. È lacerazione, è divisione.

La forza creativa della nostalgia accende la memoria, l’immaginazione, il desiderio di tornare a casa, sia pure attraverso il teatro, perché si leggono e condividono esperienze, atmosfere, storie vissute o immaginate, maturando una particolare disponibilità all’ascolto, al dialogo e allo scambio culturale con l’altro.

Teatro inteso come luogo dove ci si incontra liberamente, uno spazio di resistenza culturale per difenderci da un mondo che spesso ci spaventa e spesso non riconosciamo.

Imporre all’esterno attraverso il teatro, il diritto di essere rispettati moralmente e culturalmente.

Abbiamo immaginato un nostro mondo, ridisegnato un atlante, e le città di Calvino hanno trovato un posto dove stare, ci siamo smarrite e poi ritrovate, abbiamo cancellato ogni timore e decantato le differenze, confrontato i nostri corpi, anche loro così diversi.

Le parole hanno formato delle storie e con grande attenzione le abbiamo ascoltate, riconoscendoci. Abbiamo sentito dentro di noi la necessità del nostro teatro, la necessità del fare teatro antidoto ai pregiudizi e collante universale.

Lo spettacolo non poteva altro che essere un viaggio, un percorso, un percorso di voci, di immagini, di sensazioni, di corpi. Su grandi dischi bianchi si è svolto un rito della memoria, un rito iniziatico.

Fare teatro è forse l’unico modo che abbiamo per essere liberi, liberi di cambiare identità.

 

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Festina Lente Teatro - Fraz. Paroletta 110, 43012 Fontanellato (PR ) info@festinalenteteatro.it